L'Opinione

Centromarca - associazione italiana dell'industria di marca

Laura Cavalli e Ivo Ferrario, 26/05/2025

Ruolo dell’Industria di Marca e possibili sinergie con i corpi intermedi


A cura di Laura Cavalli, Responsabile Centro Studi e Ivo Ferrario, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne – Centromarca

Le circa 200 industrie associate a Centromarca hanno un ruolo centrale nell’offerta del largo consumo e nel mercato pubblicitario. Le grandi marche – che rappresentano oltre il 65% delle vendite a valore del largo consumo confezionato – creano nuove categorie di prodotto, investono per promuoverle, garantiscono dinamicità allo scaffale, contribuiscono alla creazione di valore condiviso nella filiera. Sono player fondamentali per la tenuta del mondo editoriale, se si considera che la loro quota complessiva, in Italia, è pari a un quarto degli investimenti totali. E va sottolineato che operano in un contesto di concorrenza perfetta: non hanno (e non cercano) rendite di posizione. Il loro giudice è il consumatore, che davanti allo scaffale, scegliendo cosa acquistare, premia o punisce le strategie e le scelte tattiche di ogni industria.

In questo processo, tuttavia, entrano in gioco variabili esterne che condizionano le scelte delle persone. Ci sono preoccupazioni crescenti in merito alle criticità del sistema sanitario nazionale (38% degli italiani), al mantenimento del posto di lavoro (34%), al peso del pressione fiscale (27%), alla paura della criminalità (31%), al rischio povertà (26%), alla qualità della scuola… Sono inquietudini che alimentano nuovi costi: aumentano le famiglie che ricorrono alla sanità privata, che stipulano assicurazioni, che installano allarmi, che ricorrono a scuole non statali sostenendo nuove spese in aggiunta a costi obbligati (abitazione, energia, gas, carburanti, sanità…) che da soli pesano già per il 42% sui consumi totali e registrano una crescita del 123% dal 1995 al 2024. E’ un incremento più che doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili, che nello stesso periodo hanno visto un aumento del 56% (per altro dovuto in misura non indifferente alle tensioni sui costi delle materie prime, dell’energia, della logistica). Nello stesso periodo i salari reali in Italia sono aumentati di appena l’1%, contro una media Ocse superiore al 30%, mentre la pressione fiscale effettiva sul lavoro – ovvero il cuneo fiscale – supera oggi il 45% ed è tra le più alte in Europa.

In questo contesto la capacità di acquisto di beni essenziali (alimentazione, cura persona e pulizia della casa) si riduce. Il presidio della qualità e della sicurezza da parte delle famiglie resta alto (la Marca in tal senso è un presidio riconosciuto) ma quando i soldi nel portafoglio sono pochi e le spese obbligate crescono i comportamenti cambiano gioco forza, con il rischio che la variabile prezzo prenda il sopravvento, con effetti a cascata sul mondo produttivo e sulla filiera.

In più occasioni Centromarca è intervenuta in questi mesi sulle istituzioni e sul mondo politico per evidenziare l’esigenza di provvedimenti per rilancio dei consumi (opponendosi per altro alle nuove plastic e sugar tax), a sostegno delle imprese attive nella filiera del largo consumo e del potere d’acquisto delle famiglie. Interlocuzioni in tal senso sono in corso e l’auspicio è che possano vedersi segnali nel prossimo documento di programmazione economica. Tra le proposte avanzate ci sono interventi strutturali sul cuneo fiscale, rilancio dell’occupazione giovanile, incentivi per le imprese che investono nella transizione ecologica e nella digitalizzazione, misure per rafforzare il tessuto industriale del largo consumo, che costituisce un asset competitivo internazionale.

Un ulteriore obiettivo su cui puntare è il rafforzamento del rapporto con le associazioni consumeriste ed ambientaliste. Su quali temi di comune interesse, nel rispetto dei rispettivi ruoli, si potrebbero sviluppare sinergie? Gli ambiti potrebbero essere diversi: dalla tutela della legalità (chi evade danneggia il Paese e gode di un vantaggio competitivo perché dispone di più risorse di chi le tasse le paga) alla difesa del potere d’acquisto (con focus sulla crescita dei costi delle utilities e richiesta di interventi sul cuneo fiscale); dagli interventi sul sistema formativo per garantire processi educativi coerenti con i bisogni delle imprese al disegno di un welfare moderno, efficiente e capace di garantire alle famiglie i servizi di cui necessitano.

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